Andiamo ad esaminare una tipologia di birre che già dal nome evoca nella nostra mente l’idea di qualità brassicola, le birre trappiste. Vengono chiamate così le birre prodotte in abbazie dell’ordine monastico trappista dagli stessi monaci o sotto la loro supervisione.

Birra trappista o birra d’abbazia?

birra-trappistaNon tutte le birre prodotte da abbazie o ad esse ispirate si chiamano trappiste, lo sono solo quelle prodotte dall’ordine e sono certificate da un consorzio, l’Associazione Trappista Internazionale, che certifica anche gli altri prodotti delle abbazie come il formaggio.

Lo scopo economico della produzione alimentare è quello di sostentare il monastero e dare i guadagni in beneficenza. La differenza principale con le birre d’abbazia è che queste ultime erano birre prodotte anticamente da monasteri ma attualmente non sono di proprietà religiosa.

Storia delle birra trappista

L’ordine trappista fu fondato nel 600 dal’abate del monastero di La Trappe, in Francia, che giudicava troppo libertina la regola dell’ordine cistercense e fondò l’ordine della stretta osservanza. All’inizio questi frati potevano bere solo acqua ed ancora oggi trascorrono la loro vita scavando la propria tomba, ricordandosi che devono morire.

Col tempo la regola si rilassò e a partire dall’ 800, dopo la cacciata di Napoleone dall’Europa ed il conseguente ripristino dei monasteri, i monaci cominciarono a produrre birra. La maggior parte dei tipi di birre trappiste segue la classificazione tipica che divide le birre in base alla gradazione in Enkel, Dubbel di colore rosso, Tripel e Quadrupel, che spesso è scura ma può essere anche bionda. La caratteristica di questa classificazione è l’uso dello zucchero candito chiaro o scuro che aumenta la gradazione alcolica ma non aumenta il corpo della birra, producendo inoltre dei profumi fruttati.

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Le prime birre trappiste

  • Bières de Chimay (prodotta nell’Abbazia di Notre-Dame de Scourmont), la più famosa di tutte con i suoi tappi rossi, blu, gialli e dorati.
  • Brasserie d’Orval che produce una birra particolare caratterizzata da un lievito selvaggio. Sull’etichetta il logo richiama la leggenda della fondazione dell’abbazia. La regina d’Italia Matilde di Canossa, ormai vedova, smarrì un anello d’oro nel fiume vicino all’abbazia, in seguito a preghiere il gioiello gli fu riportato da una trota e lei esclamò che quella era una valle dorata, in francese Or-Val
  • Brasserie de Rochefort
  • Brouwerij Westmalle
  • Brouwerij Westvleteren, la più esclusiva di tutte. Situata vicino a Poperinge patria del luppolo belga produce 3 tipologie di birre senza etichetta, contraddistinte solo dal colore del tappo. La Westvleteren 12 con i suoi 10,5 gradi è una birra molto corposa ed alcolica ed è estremamente rara da trovare, si può comprare solo al birrificio ed in pochi altri Beer Shop al mondo
  • Brouwerij de Achelse Kluis in Belgio che produce la Achel
  • Brouwerij De Koningshoeven. Si trova in Olanda al confine col Belgio e lo visitai di persona qualche anno fa. Produce diversi tipi di birra  e per un periodo fu esclusa dal consorzio Trappista poichè aveva appaltato una parte della produzione all’industria brassicola Bavaria

Altre birre trappiste da assaggiare

A cui anni dopo si aggiunsero le birre prodotte da:

  • Stift Engelszell in Austria (produce le birre Gregorius, Benno e Nivard)
  • Maria Toevlucht in Olanda (produce la Zundert)
  • St. Joseph’s Abbey of Spencer negli Stati Uniti
  • Abbazia delle Tre Fontane a Roma. Questa birra è estremamente importante per il mondo brassicolo Italiano, non poteva mancare una birra trappista nella capitale del Cristianesimo e dona prestigio all’Italia come nazione birraia. Questo monastero sorge sul punto dove fu decapitato San Paolo la cui testa cadendo a terra fece nascere tre fontane. Nell’ 800 fu importato dall’ Australia l’eucalipto e dall’epoca fu usato per le loro produzioni officinali e recentemente è stato aggiunto nella birra da loro prodotta.

La nostra dedica alle birre trappiste

Noi non siamo monaci ma abbiamo voluto realizzare una Tripel per rendere omaggio alla tradizione trappista e l’abbiamo chiamata birra Santa Sofia, oltre allo zucchero abbiamo aggiunto anche il farro che dà un retrogusto dolce gradevole. E’ una birra che nonostante la gradazione alcolica si beve con facilità grazie ai suoi sentori pescosi ma a lungo andare i 7,2 gradi si fanno sentire in testa. Il monastero di Santa Sofia fu fondato a Salerno in età Longobarda dall’ordine Benedettino femminile, l’attuale chiesa Neoclassica risale al Settecento ed inglobò il precedente monastero.