Il nome del nostro birrificio, Arechi, ha origini antiche, che risalgono alla discesa del popolo dei Longobardi in Italia. Una dinastia nobile che è diventato parte della nostra storia, ma purtroppo un po’ sconosciuto. Ecco le gesta degli antichi sovrani longobardi.

I Longobardi in Italia non sono molto conosciuti: nella cultura comune se ne hanno pochi ricordi poiché hanno vissuto in un periodo storico troppo spesso sottovalutato nei libri di storia, nonostante il contributo fondamentale nella storia italiana. L’alto medioevo è il periodo in cui dalle ceneri dell’impero romano nascono gli stati europei e la società è in forte transizione. Solo i religiosi erano letterati mentre i sovrani spesso erano analfabeti. Molto di quello che sappiamo di questo periodo lo dobbiamo al precettore della principessa Adelperga, moglie di Arechi II, un monaco chiamato Paolo Diacono.

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Perché i Longobardi in Italia hanno fatto la storia

I Longobardi hanno costituito il primo nucleo di stato Italiano sconnesso dall’impero Romano. Tutti i regni romano barbarici precedenti erano dei vassalli dell’impero Romano d’Oriente, mentre il regno longobardo italiano durò per secoli, anche se non riuscì ad unificare tutta la penisola. A frenarli infatti vi erano le continue ingerenze papali.

La lingua che parliamo tutti i giorni deriva dal latino ma è diventata tale solo mischiandosi al longobardo. Nonostante gli atti di questo popolo fossero infatti scritti in latino, il longobardo era parlato colloquialmente. Purtroppo non è rimasto nulla di scritto ma alcuni prestiti lessicali sono rimasti nella lingua italiana, quale balcone, sella, staffa, cavallo e tanti altri termini militari.

I loro clan si chiamavano Fare e gli insiedamenti in cui vivevano Sale, questi nomi sono rimasti in molti toponimi Italiani. In cucina hanno introdotto l’uso del brasato e dei bolliti ed erano grandi consumatori di birra. Quando invasero l’Italia razziarono Pavia alla ricerca di rame per le pentole e di grano da fermentare.

Le origini dei Longobardi

longobardi-in-europaQuesto popolo è originario della Svezia e qualche secolo prima di Cristo incominciò a migrare verso la Germania, dove rimase fino alla fine dell’Impero Romano d’Occidente. Come tutti i popoli invasori della nostra penisola, erano nominalmente Cristiani Ariani ma molti di loro in segreto praticavano i riti pagani della religione norrena, la stessa dei Vichinghi. Questi riti insieme a quelli della religione greco-romana sono permeati nelle nostre superstizioni popolari.

Con la caduta dell’Impero Romano si stanziarono nell’attuale Ungheria dove entrarono in contatto con gli Avari. In seguito alla guerra gotica, l’impero d’Oriente riconquistò l’Italia, ma la penisola era decimata dalle battaglie. Con la morte di Giustiniano, i Longobardi lasciarono l’Ungheria agli Avari ed in 150.000, guidati dal re dei longobardi Alboino invasero l’Italia, solo Roma e poche altre città bizantine riuscirono a resistere

Il regno dei Longobardi in Italia

Nacque il regno Longobardo d’Italia , di religione Ariana, che instaurò una politica di apartheid nei confronti della popolazione Romana. Esistevano due leggi: una per ogni popolo e una per la classe dirigente, composta solo dai germanici. Col tempo questa politica fu mitigata e con l’editto di Rotari si estese la legge Longobarda anche ai romani. I longobardi , diventati Cattolici, conquistarono sempre più terreno della penisola.

longobardi-in-Italia-mappaL’ultimo re dei Longobardi fu Desiderio, che diede le due figlie in moglie una a Carlo Magno l’altra ad Arechi II. L’imperatore dei Franchi depose il suocero ma risparmiò il cognato che ospitò nel suo principato i rifugiati Longobardi, in un principato in cui si fusero tutte le culture del Mediterraneo che aveva reso Salerno una città ricchissima e cosmopolita.

Cosa resta oggi – rivivere il mito

Dell’architettura longobarda non rimane molto perchè fu tutto ricostruito in epoche successive, a Salerno possiamo ammirare la chiesa di sant’Andrea de Lama nelle Fornelle e la chiesa di san Pietro a Corte, che era la cappella della reggia di Arechi.

Dal comune interessa per la storia la nostra collaborazione con Gens Langobardorum, gruppo di rievocazione del periodo longobardo di Salerno, è nata la nostra birra principe Arechi. L’equipe di archeologi ci ha fornito le indicazioni sugli alimenti usati all’epoca e la testimonianza che nell’alto medioevo esistevano tre birre, una popolare, una monastica ed una nobiliare, a cui appartiene la nostra, fatta con materie ricercate quali grano e frutta e aromatizzata con spezie che solo l’Opulenta Salerno poteva procurarsi dall’Oriente.

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