NEIPA

NEIPA

Che cos’è una NEIPA?

Fin dall’inizio del Rinascimento Birraio degli anni 70 i birrai hanno sperimentato il più  possibile, ciò ha portato nuovi stili consolidati come le IPA Americane ed ha portato anche alla realizzazione di birre strane , alcune per esempio aromatizzate al pomodoro e all’aglio per ricordare la pizza, qualcuna fermentata con lieviti presi da barba o peli pubici. Alcuni ingredienti strani si usano per birrificare dalla notte dei tempi, quali miele e datteri usati dagli egizi al medioevo, il pane dai Sumeri,  altri sono rimasti in stili odierni quale coriandolo e buccia di limone per la Blanche e qualcuno è stato usato in stili storici quali la Zucca per le birre dei padri Pellegrini. Ciò fa piacere pensando che i birrai hanno grande fantasia ma ha dato purtroppo l’idea che la birra artigianale sia un qualcosa di strano e lontano dal palato delle persone comuni, molti hanno paura ad assaggiare una birra allo zenzero perdendosi così la sua maestosa freschezza. Molti ingredienti strani sono dettati da mode, esistono anche nella birra visto che i prodotti di un’azienda devono essere sempre innovativi e non bisogna fermare il proprio estro alle proprie tre birre di successo. L’Italia non è esente dal dilagare delle mode. All’inizio nacquero 4 stili Italiani di cui parleremo in seguito e i birrai del nostro paese si sbizzarrirono a proporre birre prodotte per esempio con gli ortaggi di stagione della campagna romana, poi ci fu il dilagare delle acide, prodotte con maestria oppure da qualche cotta non riuscita fatta passare in botte tanto ci pensa lei ad aggiustarla, anche se non è così. Al momento di quando si scrive a livello internazionale è scoppiata la moda delle NEIPA o Vermont IPA, birre nate per somigliare a succhi di frutta nell’aspetto e al gusto. Sono molto torbide visto che per produrle si accentua quello che che può essere un difetto per le IPA, parallelamente all’aggiunta di molto luppolo si aggiungono cereali non maltati senza effettuare la canonica pausa di 52 gradi. L’alta torbidità comporta pure una scarsa vita del prodotto. Cosa ci riserverà il futuro?

Di stili ne escono in continuazione, vediamo alla  data di oggi che stili strambi possiamo esaminare

White Stout

Al Barcellona Beer Challenge assaggiando una birra bionda col caffè, di mio non gradimento, un giurato mi fece notare che si trattava di una white stout, ossia una birra bionda il cui sentore tostato è dato dall’aggiunta moderata di cacao e cioccolato. Stile creato da Durham, di cui probabilmente è il caso unico al mondo. Una volta per sbaglio la feci pur io, ma sinceramente non gradisco lo scontro tra la freschezza di una malto chiaro e i sentori tostati. In generale ho notato che il caffè nella birra fa decisamente schifo perchè rilascia delle note rancide, sa molto di ciofeca

White stout

Milkshake IPA

Questa è ancora più recente. Ormai l’IPA si presta alle interpretazioni più strambe, ed abbiamo anche l’IPA col lattosio, ideata dal pazzo Omnipollo. Si può considerare un’estremizzazione del concetto NEIPA per rendere la birra ancor più masticabile

Milkshake IPA

Sour IPA

Non è molto facile mixare l’amaro del luppolo e l’acidità, i due sentori cozzano e possono rendere la birra imbevibile. Chi si vuole cimentare in questo stile deve usare un amaro giusto esemplare, deve dominare per il resto l’acidità

 Sour IPA

NEIPA

Sono IPA nate ispirandosi ai succhi di frutta tipiche della East Coast degli Stati Uniti. In origine chiamate Vermont IPA e poi New England IPA. Hanno un odore molto fruttato e sono estremamente torbide. La torbidità è esacerbata usando lattosio, molto luppolo e cereali senza l’utilizzo del mash a 52 gradi che ne degrada le proteine. C’è anche chi è riuscito a rendere queste birre trasparenti conservandone gli aromi, chiamandole Clear IPA

NEIPA

Extra brut IPA

Birra prodotta dalla West Coast, culla delle IPA Americane come risposta alle NEIPA. Sono IPA Cristalline e molto effervescenti, un enzima immesso in fermentaizone scinde ogni zucchero presente nel mosto donando un’estrema secchezza

Extra Brut IPA

Infine Il birrificio Dame Jeanne di Anversa ha prodotto la Brut Vintage 2017, birra prodotta usata il lievito per Champagne ed imbottigliata con un tappo di legno a cui sono appese listarelle di botti di rovere americano di Bourbon. IDea molto geniale

dame jeanne